Sociale

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2 misure concrete per ripartire:


Crisi:
Introduzione del Reddito Minimo (Garantito, d'Inserimento) per contrastare la crisi economica e l'esclusione sociale. Il reddito minimo è già presente in Europa (in forme diverse): Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Austria, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Svezia, Danimarca. Non vorremmo essere cittadini europei di serie B.


Crescita: 
ridurre il
cuneo fiscale (costo del lavoro), per lavoratori e imprese.
Le aziende potrebbero assumere personale con meno tasse sul lavoro ed i consumi potrebbero ripartire con più soldi in busta paga per i lavoratori. Evitare misure di defiscalizzazione troppo settoriali o generazionali. Il cuneo fiscale andrebbe ridotto per tutte le imprese e per tutti i lavoratori. 


Le coperture andrebbero trovate dal taglio alla spesa pubblica e da un piano di dismissioni del patrimonio pubblico.
   
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2 commenti:

  1. Questa è l'urgenza improrogabile da realizzare. Senza siamo un paese dove i diritti dei deboli non sono diritti. Se la politica è il luogo più alto della carità perché dà diritti e non beneficenza o elemosina, l'introduzione del Reddito Minimo Familiare è un diritto fondamentale ineludibile.
    Sia data maggior visibilità a questa istanza da parte dei nostri parlamentari.
    Cesare Palombi

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  2. Se la politica è il luogo più alto della carità dove si può e deve dare pienezza di diritti ad ogni cittadino/persona: lavoro,casa, reddito minimo familiare a condizione che non gli manchi per sua negligenza o rifiuto, oltre ad una certa garanzia d'istruzione, salute e sicurezza. Si deve anche dire che questo esercizio alto della politica si radica nel senso etico, o verità per i credenti, che determina la reale forza propulsiva per il rilancio di un autentico sviluppo umano che ponga nella centralità della persona e del bene comune i suoi pilastri, antecedenti qualunque altra questione. Di questo abbiamo bisogno in Italia, di una politica che risponda con buone prassi, concretamente, ai sogni , bisogni e diritti dei suoi cittadini e soprattutto delle famiglie. La famiglia è una reale risorsa e speranza del civile. Non ci si può nascondere dietro la crisi dichiarando non cisono soldi. I denari che ci sono vanno spesi secondo precise priorità: prima i diritti dei più deboli, le famiglie, poi il resto, siamo ancora una Repubblica fondata sul lavoro e che riconsoce la soggettività positiva della famiglia. Aggiungerei una terza priorità oltre al Reddito Minimo e alla riduzione del cuneo fiscale. L'introduzione del Fattore Famiglia.
    POi, ritengo necessario che si riconosca una volta per tutte che l'economia non è una scienza avulsa dalla morale e dalla questione antropologica e sociale, essa deve tornare al servizio del bene comune e della persona e non del profitto fine a se stesso, nella logica di interesse dei mercati e della finanza. Ecco perché, a maggior ragione occorre promuovere politiche familiari che non siano riduìote a servizi sociali, cioè la famiglia problema anziché risorsa, che esiste per lo solo Stato se in stato di bisogno o come contribuente da spremere. Propongo prassi che siano ispirate alla DSC (cfr Centesimus Annus n° 36 o Caritas in veritate n° 66), opere sociali, non caritative, che valorizzino il Potere di Acquisto di ongi famiglia. Un poter che diventi consapevolmente esercizio quotidiano per una democrazia economica o meglio per un economia sociale di mercato. Ogni famiglia può tranquillamente - mentre fa bene la spesa e tira grandi i propri figli, quei cittadini e futura classe dirigente, anche contribuenti fondamentali(in particolare le famiglie numerose)che renderanno sostenibile il sistema previdenziale se abbastanza numerosi - fare questo tramite buone prassi semplici quali Grupi di Acquisto Familiari o Family Card orientate eticamente, magari dal Forum delle Famiglie. E peché no anche con il boicottaggio delle aperture domenicali degli esercizi commerciali.
    Cordialità Cesare Palombi

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